SOSTITUZIONE PROTESI MAMMARIE

La sostituzione delle protesi mammarie è un’operazione chirurgica che permette di rimuovere le vecchie protesi utilizzate nelle mastoplastiche additive, in favore di protesi di nuova generazione.

Anche se le motivazioni alla base della sostituzione delle protesi mammarie possono essere numerose, di norma si suole ricorrere a questo trattamento proprio per rimuovere le protesi di vecchia tipologia, ben diverse da quelle moderne per la natura dei materiali impiegati e per la tecnologia adottata.

Le vecchie protesi, infatti, erano costituite da un silicone che conferiva al tatto una consistenza tipicamente artificiale e un aspetto meno naturale di quelle moderne: producevano infatti delle pieghe e delle grinze palpabili che, peraltro, determinavano frequenti formazioni di capsule peri-protesiche, che le rendevano dure al tatto e che compromettevano in modo tangibile ed evidente la naturalezza del risultato estetico che si intendeva invece raggiungere.

Tali protesi, inoltre, erano soggette a periodiche rotture. Proprio per questo motivo se ne raccomandava la sostituzione con una frequenza pari a 10 anni.

Oggi giorno, evidentemente, le cose sono ben diverse: l’utilizzo delle protesi di nuova generazione è infatti definitivo e, dunque, i risultati delle operazioni di mastoplastica additiva sono consolidati nel tempo, senza che siano necessari nuovi “ritocchi”.

Le indicazioni

L’operazione di sostituzione delle protesi mammarie è indicata nel momento in cui si desideri correggere un precedente intervento mal eseguito o con protesi di bassa qualità.

In aggiunta a ciò, l’intervento può essere raccomandato per sostituire protesi divecchia generazione, rotte o rovinate, oppure se si desidera un maggior volume, con sostituzione delle precedenti protesi con nuovi impianti che possano donare una voluminosità più evidente.

La rottura protesica

Come abbiamo avuto modo di sottolineare nelle scorse righe, uno dei motivi che può condurre alla sostituzione delle protesi mammarie è la rottura delle protesi precedenti. Ma come rendersi conto che le proprie protesi al seno si sono rotte, o si stanno rompendo? Questa situazione è pericolosa?

Iniziamo con il rammentare che tra i sintomi più caratteristici della rottura protesica c’è l’indolenzimento locale, diffuso eventualmente fino all’ascella corrispondente. Potrebbe inoltre comparire una distorsione più o meno evidente della forma della mammella e relativa asimmetria.

Si tenga conto che la rottura della protesi con fuoriuscita del silicone liquido per lacerazione spontanea dell’involucro non determina significativi pericoli per la salute della donna, considerato che la sostanza rimane confinata nella cavità che ha accolto la protesi.

In questo caso, l’asportazione della protesi rotta deve essere effettuata con ancora maggiore attenzione al fine di evitare che il materiale possa creare granulomi e ascessi che potrebbero danneggiare la qualità dei tessuti in modo definitivo.